venerdì 24 marzo 2017

Trekking (mi rassegno a questa parola) di interfaccia




Genova offre la straordinaria opportunità di camminare in città e al tempo stesso esserne fuori, in un ambiente naturale o antropizzato ma tuttora rurale e seminaturale. E’ un dono che la natura le ha fatto e che compensa abbondantemente, se lo si sa valorizzare, la scomodità di vivere in una città stretta e sacrificata fra mare e monti, costretti a soluzioni urbane oggettivamente impegnative.

Oggi l’Unione Europea giustamente stigmatizza il consumo di spazio e propone la (ri)scoperta della città compatta, per combattere il fenomeno che gli urbanisti e gli addetti chiamano urban sprawl, ovvero lo “spaparanzamento urbano”. Noi -e i nostri ospiti turisti, non dimentichiamolo!- la città compatta ce la troviamo in dono. E’ quindi saggio imparare ad apprezzarla e utilizzarla come si conviene, visto che in ogni caso dobbiamo subire e possiamo soltanto mitigare le scomodità e i fatti anche drammatici che questa condizione comporta.

Camminando con attenzione nell’ambito urbano e periurbano di Genova si riesce sempre a leggere la morfologia originaria (la pianta 0 di Genova del De Barbieri) e questo permette di capire meglio la città e i suoi condizionamenti nel corso dei secoli. Se poi si esce soltanto di poco dall’ambito urbano si trovano bellissime testimonianze dell’ambiente naturale e del paesaggio tradizionale. Non a caso una mostra organizzata circa 30 anni fa, “Ecologia in città”, aveva individuato degli straordinari percorsi alla ricerca della natura anche laddove non siamo abituati a vederla o a cercarla.

Oggi si parla di trekking e di trekking urbano. Qui abbiamo la fortuna di trovare possibile l’uno e l’altro, compenetrati fra di loro, ed è per questo motivo che mi piace definire tutto ciò come un “trekking di interfaccia”, fra ambiente naturale ed urbano, una grande opportunità per la nostra città e anche uno strumento per la consapevolezza dei cittadini e per aiutarli, fra tante altre cose, a contribuire a una pianificazione partecipata. Possibilità che nasce anche dalla conoscenza raggiunta grazie al fatto di camminare in città e di osservarla con attenzione.

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