Si tratta di
un’immagine che se applicata alla singola persona appare
appropriata e salva tante braccia da incidenti, pur se la mente che
si assenta anche per poco causa gravi e talvolta irrimediabili danni.
Ma in organizzazioni
complesse può essere fonte di ingiustizie,
perché spesso diventa la mente e la mano.
La mente che
progetta e organizza, la mano che scrive e racconta, con buona pace del
braccio che ha lavorato e troppo spesso viene dimenticato nella
narrazione delle cose trasmessa ai posteri, in tal modo resi ignari.
I più accorti di essi si regalano il beneficio del dubbio, ma molti,
troppi, ne traggono indebite e dannose certezze.
Che c’entra questo
con l’atto di camminare? C’entra, c’entra: si passa, si vede,
si guarda, poi si legge, ci si informa e si rimane fregati.
Ma la scelta di che cosa
raccontare vale per tutto, non è solo una questione storiografica
(il problema del fatto storico).